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Vit.En.

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botti e tini di legno

Costruzione delle botti grandi

Stagionatura. All’aperto per 4 anni o più.

Bollitura. Le assi, sottoposte ad una prima scelta, vengono immesse dentro una grande caldaia e fatte bollire per almeno due ore. In alternativa (soluzione oggi preferita) vengono sottoposte ad un trattamento con vapore. L’operazione ha lo scopo primario di rendere il legno più flessibile e consentirne la curvatura senza assottigliare la doga in pancia (indispensabile, invece, se la curvatura è a fuoco); nel contempo si estraggono i tannini in eccesso.

Piegatura. Immediatamente dopo la bollitura le assi, anche quelle destinate alla produzione dei fondi, vengono disposte sotto una macchina idraulica che conferisce la curvatura desiderata. In pratica si impone una curvatura leggermente maggiore per tener conto del successivo rilascio).

Rifilatura. Con l’ausilio di sagome, sulla pialla si impone la forma della doga con le giuste inclinazioni.

Assemblaggio. Con attenzione e grande professionalità si provvede ad accostare le doghe, rettificando le inclinazioni quando necessario. Per questo motivo le doghe vengono poi numerate con appositi punzoni, per assicurare l’esatta rimessa in opera qualora, per motivi di trasporto a lunga distanza o per la sistemazione in una cantina sprovvista di apertura adeguata, sia necessario smontare la botte.

Rifinitura. Contrariamente alla barrique, la botte grande viene rifinita liscia anche all’interno, per motivi di pulizia. Le altre operazioni, quali formazione della capruggine e le rifiniture esterne, ricalcano quanto si fa sulle piccole, ma è facile intuire quanto siano più onerose. Essendo ormai impossibile procedere a mano, come si faceva in passato, è stato necessario, per i pochi bottai ormai rimasti, realizzare in proprio adeguate attrezzature per meccanizzare quanto più possibile le diverse operazioni e ridurre al minimo fatica e manodopera.

Fondi. I fondi, allo scopo di resistere alla pressione interna, vengono preferibilmente realizzati bombati. Questo comporta però notevoli difficoltà costruttive, risolvibili solo con una grande esperienza. Le difficoltà aumentano quando la botte è ellittica, scelta dovuta essenzialmente a motivi estetici o di spazio.

Formazione dei cerchi e battitura. I cerchi, spessi 5 mm e larghi 90-100 mm, sempre in acciaio dolce zincato, vengono scampanati con appositi rulli, curvati e uniti con appositi rivetti. Per la messa in opera si interviene a mano o con l’ausilio di apposito martinetto, che opera mentre la botte, posta verticalmente su piattaforma girevole, ruota lentamente.

Taglio della portella e fori per cocchiume, valvole e prelevacampioni. La maggior parte delle portelle vengono oggi realizzate in acciaio inossidabile, ma non mancano gli affezionati alla classica portella in legno con chiusura dall’interno verso l’esterno fissata con la nota “chiave bordolese”. Nella maggior parte dei casi la valvola, ormai sempre in acciaio inox, è posizionata sulla portella.

Verniciatura. Per la conservazione della botte in cantine con umidità elevata si consiglia di richiedere la verniciatura esterna con apposite vernici trasparenti di lunga durata, almeno del fondo posteriore, ma in molti casi di tutto il contenitore.

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