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Vit.En.

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Mal Bianco della Vite

Sintomi

Germogli a bandiera. Rappresenta una specifica sintomatologia provocata dallo svernamento miceliare dell’oidio accanto alle gemme. Quando in primavera le temperature si fanno confacenti con lo sviluppo fungino questo interessa i primi germogli in fase di accrescimento. Le giovani foglie tendono a ripiegare i margini verso l’alto e pian piano a ricoprirsi, come l’intero germoglio, da una coltre grigio-biancastra assumendo il nome di “bandiere”. Tali sintomi, come ricordato, sono tipici di uno svernamento miceliare da parte del fungo, che avviene esclusivamente a seguito di inverni piuttosto miti, tipico quindi del sud Italia e più in generale di zone vitivinicole temperato-calde (Midi francese, Spagna, California ecc…).

Sintomi fogliari. L’oidio tende a svilupparsi lungo le nervature principali, creando degli ingiallimenti irregolari, che tendono a scurirsi. Alla comparsa dei corpi fruttiferi si evidenzia un velo biancastro che può diffondersi sino ad interessare completamente entrambi i lembi fogliari. Infine la foglia assume un portamento irregolare sia al centro sia ai margini, che tendono a ripegarsi verso l’alto.

Sintomi su grappolo. Il grappolo può venire interessato in ogni periodo del proprio accrescimento sia esso in fase fiorale, sino alla raccolta, ma è durante l’accrescimento acini che risulta più sensibile. I sintomi si evidenziano come una lieve patina polverosa esterna all’acino, solitamente concentrata nella parte più interna del grappolo. Tale muffa biancastra può rapidamente colonizzare l’intero frutto e quelli vicini. L’azione meccanica dell’oidio sulla parete cellulare non permette un omogeneo accrescimento dell’acino, che in caso di infezioni molto intense si spacca. A questo punto la bacca appare svuotata e di colore scuro.

Sintomi su germoglio. I germogli, sia verdi che in fase di lignificazione, possono presentare caratteristici sintomi riconducibili al mal bianco. Esso si nota con la solita muffa bianca e polverosa, accompagnata in secondo luogo da chiazze necrotiche più o meno diffuse. Esse compromettono, tra l’altro, anche la resistenza meccanica del germoglio stesso.

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