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Valutazione Tossicologica dei pesticidi

di Angelo Moretto

“Tutte le sostanze sono tossiche, solo la dose le rende non tossiche”. Questo affermò nel 1538 Theophrastus Philippus Aureolus Bombastus von Hohenheim (1493 -1541), meglio noto come Paracelso.
A questa frase, spesso abusata e non raramente riportata in modo impreciso, si fa risalire la nascita della moderna tossicologia, ed esprime un concetto fondamentale: ovvero che gli organismi sono in grado di gestire senza soffrire di effetti tossici (o avversi), la presenza di sostanze, purché non sia superata una certa quantità (dose). E quando parliamo di sostanze, ci riferiamo a tutti i composti chimici, compresi quelli che normalmente costituiscono il nostro organismo come l’acqua, che se assunta in quantità eccessive causa effetti tossici. Su questo principio si basa la possibilità di stabilire le condizioni che ci permettono di accettare la presenza di elementi “estranei” negli alimenti. Ovvero, una volta valutate le caratteristiche tossicologiche della sostanza, determiniamo la quantità (dose) che non causa effetti tossici o avversi osservabili, e quindi definiamo accettabile l’esposizione che è inferiore a questa quantità senza effetti. Il processo con il quale si giunge alla definizione della dose che riteniamo accettabile è definito valutazione del rischio. Nel caso dei pesticidi, si tratta di raccogliere tutte le informazioni tossicologiche e sui residui negli alimenti e confrontare i risultati.