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Abruzzo

Cococciola b.

Le uniche notizie, ci arrivano da Viala e Vermorel (1909) che lo indicano semplicemente come “vitigno degli Abruzzi”. Varietà rustica, non particolarmente esigente in fatto di clima e terreno, dona produzioni abbondanti e senza eccessiva alternanza annuale. Mediocre la resistenza alle malattie principali, soprattutto per quanto riguarda la peronospora, che sulle foglie può causare segni evidenti del suo “passaggio”. Predilige forme di allevamento espanse e potature medie che non accentuino gli eccessi produttivi. La sua vinificazione è confacente al successivo taglio con altre varietà a bacca bianca (soprattutto trebbiano), in quanto il vino in purezza risulterebbe piuttosto aspro e poco altro.

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