(1499 – 1570) Agronomo dalle spiccate doti intellettive e intuito fine non manca di critiche costruttive verso il vino italiano e la radicale differenza con quello d’oltralpe più morbido e bevibile. Egli definisce il prodotto lombardo dal gusto medievale, acetoso, oscuro e torbido, privo di ogni aroma, perduto nella troppo lunga fermentazione.